lunedì 27 giugno 2011
L'ingiustificata attualita' del passato
Ogni tanto mi capita, per una sorta di devozione che ho verso Mina (e non solo per le sue corde vocali), di riguardare i vecchi filmati della rai, in particolare canzonissima del 68. C'è qualcosa di tremendo, per me, in quelle trasmissioni televisive, quelle canzoni e in generale verso l'intera estetica di quel decennio (68/78). Piccola premessa, tanto per mettere le mani avanti; che si dica pure che sono nostalgico, ma credo le considerazioni che seguono siano dettate da razionalita' e non da fanatismo.
Nelle trasmissioni televisive di quegli anni (e canzonissima é solo un paradigma), la ricerca e sperimentazione estetica la fanno da padrone. Le inquadrature, i movimenti di macchina e la stessa illuminazione (pur nel diverso impatto del bianco e nero) regalano sorprese. Sembra ed é, una televisione piú libera di quella attuale, ferma invece su canoni divenuti dogmi. Tutto pare oggi impastato con la medesima farina, in un appiattimento totale verso un unico stile. Matrix, Porta a porta, Sanremo, Amici, XFactor, il GF e l'Isola dei famosi, sembrano tutti partoriti (pur nelle loro ovvie differenze) a livello estetico dalla stessa mente, con lo stesso gusto registico, lo stesso registro nei testi, gli stessi tagli per le luci.
Nelle trasmissioni del sessantotto la semplicità (anche naif, forse adeguata ad un pubblico vergine) delle trasmissioni, dei messaggi (il video di celentano che canta azzurro, ad esempio) fa da contraltare ad una estrema elaboratezza estetica.
L'assenza di carne esibita, magari non eccita la libido (e sarebbe tutto da dimostrare quanto le gambe delle gemelle Kessler abbiano eccitato o meno la generazione di mio padre) ma neanche riporta il discorso generale su un solo binario: quello del sesso. Certo, i pubblicitari insegnano che con il sesso si vende molto, e certo, l'intera industria dell'immagine deve aver inglobato questo concetto molto chiaramente, fino al parossismo di trasmissioni come il Bagaglino (tanto per citarne una) o dell'obbligatorio cinepanettone natalizio.
Tutto questo argomentare per arrivare al nocciolo: negli ultimi venti anni, un velo di caramello plastico é stato sparso sulla rappresentazione della realtà e sulla sua stessa percezione estetica, formando (anzi, deformando) attraverso le immagini una intera generazione (la mia). Credo che l'impoverimento ed il livellamento del linguaggio siano stati cercati e trovati, consapevolmente, nel tentativo, in parte riuscito, di uniformare la massa devota alla telecrazia. Poi, in maniera costante e sottovalutata, il mondo é penetrato attraverso molteplici canali informativi (principalmente Internet) con pluralità visuale, lessicale, esplodendo negli ultimi anni, rendendo il mondo di caramello sempre meno attuale, e riportando la vecchia canzonissima ad una ingustificata attualità.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento