domenica 3 aprile 2011
Perchè siamo tutti Americani
Viaggiando un poco negli Stati Uniti, ci sono alcune cose che colpiscono piú di altre. Insieme, vanno a formare una galassia di sensazioni che complessivamente danno l'idea che questo paese rappresenti ancora la punta più elevata di civilizzazione sul pianeta. Intendiamoci, io non mi considero filoamericano a prescindere. Ci sono migliaia di piccoli e grandi difetti che nei pochi giorni passati mi sono trovato a vivere direttamente sulla mia pelle.
Per cominciare il cibo, o meglio, la cucina. Seppur gli ingredienti siano spesso di alta qualità (frutta, ortaggi, carni) la maniera di cucinarli o di condirli rende gli states uno dei peasi con il più alto tasso di obesi del pianeta, in percentuale. Mangiare negli Stati Uniti vuol dire, nella grande maggioranza dei casi vissuti in prima persona (a Denver come a NewYork, a San Francisco come a Miami) avere a che fare con portate giganti, e con junk food, quello che gli stessi americani chiamano cibo spazzatura. Ci sono, è vero, ristoranti di alto livello, ma naturalmente il conto sale alle stelle. Nelle svariate catene di fastfood consiglio Subway, dove trovare del buon pane (stile baguette o italiano) e cibo che permettono di alzarsi da tavola.
Avendo una bronchite, con un poco di febbre, ho chiesto il consulto di un medico. Al telefono sono stato avvisato che la visita (non avendo assicurazione) mi sarebbe costata 500 dollari. Quando il medico mi ha chiesto se avessi un'assicurazione (dovrei averne una) si è stupito a sentire che nel mio paese la salute é, diciamo, un diritto del cittadino. Quindi, mettersi in viaggio per gli Stati Uniti vuol dire necessariamente dotarsi di una assicurazione medica per il periodo del viaggio. Costa poco, intorno ai venticinque euro, e permette di essere rimborsati delle spese.
Forse inutile a dirsi, ma in maniera molto più marcata che in qualsiasi altro luogo del mondo, il cittadino è (deve essere) un consumatore, e quindi ogni cosa è strutturata in ossequio a questo assioma. In sostanza: se hai soldi contanti e/o una carta di credito hai lo status di essere umano. Senza, semplicemente, non esisti. Evitate di trovarvi senza (l'una e gli altri) come capitato al sottoscritto.
Dal punto di vista paesaggistico, l'America è allo stesso tempo deludente ed entusiasmante. Ovvero: siamo un poco tutti americani, perchè tutti abbiamo un immaginario americano che ci accompagna da sempre, grazie o a causa di tutta l'industria culturale (film, musica, etc) che abbiamo assorbito, nostro malgrado, fin da piccoli. Per questo motivo, viaggiare negli Stati Uniti è un poco come rivedere un film già visto, e stupirsi perchè quei luoghi esistono davvero. E questa sensazione accomuna le grandi città come la campagna.
Detto questo, il profumo dell'american dream è ancora vivo, e il vecchio adagio della terra delle opportunitá è, secondo me, valido. La sensazione, netta, è che questa mescolanza di razze, lingue, religioni che da svariati secoli si è data una identitá, abbia ancora potenziale da sviluppare, idee da regalare al mondo, capacitá per metterle in opera. E, cosa affatto secondaria, disponibilità ad abbracciare con entusiasmo le novità o le proposte, anche se provengono da fuori.
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