mercoledì 9 marzo 2011

L'Apokarev

Quattro anni fa inziai, insieme a Ciumeo (www.ciumeo.it), a pubblicare L’Apokarev, ovvero una serie di articoli basati su un paradosso.

Ci sono alcuni di noi che vivono nella convinzione che il mondo (o la vita umana su di esso) sia destinato a terminare o perlomeno a subire drastici cambiamenti a breve termine ad opera, guarda un po’, della dissennatezza stessa del genere umano. Si tratterebbe di un suicidio di massa. Minacciata nella sua stessa esistenza dai vari; inquinamento, effetto serra, riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacciai e dei poli, sfruttamento indiscriminato delle risorse, e, perché no, guerre mondiali, ordigni atomici, rivolte globali e dissesti economici, la specie uomo inquieta si affida alla ragione. Interrogati in proposito, i rappresentanti della razionalità, gli scienziati, hanno iniziato a fissare la data di scadenza del punto di non ritorno sempre piu’ vicina a noi, circa intorno al 2050, anno in cui pare termineranno le ultime scorte di petrolio (e guerre per accaparrarsi l’acqua - il petrolio del futuro - sono possibili), i poli avranno terminato di sciogliersi, i mari avranno innalzato il loro livello, con la diretta conseguenza che intere parti di costa saranno scomparsi (Venezia, San Francisco, Sidney fra le altre) ed il clima, gia’ fuori di brocca, avrà definitivamente perso la propria mera prevedibilità.

In altre parole l’apocalisse.

Era l’argomento del momento, quattro anni fa, lo è tutt'ora. Politici di grido (Al tempo il dimissionario premier britannico recitava: CLIMA: BLAIR, SE NON FACCIAMO NULLA SARA' IL DISASTRO) e opinion makers lo rendono quasi piu’ interessante di tutti i gossip a cui siamo assuefatti. Questo, piu’ o meno, stava accadendo a livello planetario. Con la ostinata sordità dell’amministrazione Americana. Poi è spuntato Barack Obama a dare nuova spinta al movimento green.

In questo fosco scenario di inizio millennio, un gruppo sempre più nutrito di persone ha deciso di documentarsi e di aggrapparsi alle tesi che situerebbero la fine del mondo un poco piu’ prossima, ovvero nel 2012, come tutti sanno. Gli argomenti che adducono sono molti, ed hanno le loro basi, se si vuole nobilitarle di una qualche qualifica, scientifiche, mistiche ed escatologiche.


Bene, quello che di tutto questo mi pareva interessante non era tanto la veridicità o meno delle varie tesi, quanto tutto cio’ che alla fine comportano queste tesi. In breve, se e’ vero che stiamo danzando sul famoso orlo del vulcano, che ha gia’ iniziato ad eruttare e quindi l’apocalisse e’ dietro l’angolo, perché non riconsiderare il nostro modo di vita, situati come siamo al capolinea o perlomeno alla fine di un ciclo?

Quindi la domanda diventa la seguente: se per un attimo soltanto dessimo retta ai catastrofisti, se veramente la fine CERTA del mondo fosse nel dicembre del 2012, cambierebbero le nostre vite, in questo scarso tempo residuo? Cambierebbe non solo ció che facciamo quotidianamente, ma cambierebbe il modo stesso in cui guardiamo a noi stessi, al nostro modo di vivere?



Location:Madrid

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