venerdì 18 novembre 2011

DVM 14 - Passaggio a Goa

Nuovo Diario della Viaggiatrice Maldestra, attratta quanto me dalle esperienze di viaggio, al di là della pura descrizione da "trip advisor", cosa che su questo blog, decisamente, non troverete mai. Invito chiunque abbia voglia di condividere le sue esperienze di "Viaggiatore maldestro" a inviare il suo materiale all'indirizzo mail 
info@metro-polis.it. 
A patto che il Diario del Viaggiatore Maldestro rimanga, sempre, la fedele ricostruzione delle esperienze, di ciò che è stato visto e vissuto, sempre in prima persona, da chi scrive.


Diario del Viaggiatore Maldestro
Goa, India - Gennaio 2008

Un caffè nero di fronte all’Oceano Indiano. Anjuna Beach, il mitico rifugio dei freak dagli anni Sessanta e Settanta in poi, dove hanno suonato i Beatles e i Rolling Stones… beh, un bell’impegno!!! Credo di non aver mai visto una spiaggia tanto carica di energia alla prima occhiata, come se cielo, mare e terra si amalgamassero restando nell’immobilità della meditazione. E’ molto presto, e ci siamo solo noi seduti al caratteristico bar a strapiombo sul mare, sotto l’alba prepotente che presagisce il caldo del giorno. Che fare? Niente, per un’ora buona. Solo fluttuare nell'attesa. 

Il venditore di sassi 
Ecco un banchetto, allestito con cura e amore: cosa abbiamo? Una ventina di sassi grigi di varie dimensioni e forme, e in più alcune statuette filiformi dalla provenienza enigmatica. Che merce pregiata! Ma c’è qualcosa che aleggia nell’aria e che mi fa pensare. A dire il vero c’è anche quel vocio sommesso e deciso che ci ha accompagnati nel sentiero rosso ocra, polveroso e profumato: hashish,coca, trip. Cosa venderà mai questo ragazzone indiano che si accompagna ad altri simpatici e sorridenti indigeni? 

Ci siamo, la stanza è spoglia. Un tavolino di legno con sopra un quaderno pieno di numeri. Ragazzini asiatici e pusher di Goa. Dopo una breve e intensa trattativa abbiamo la nostra tola di fumo. Immediata, la prima canna in cameretta buoni buoni. Il primo assaggio. Buono… decisamente buono.  Mi domando cosa sia rimasto realmente di quegli anni di rivoluzione, in cui Goa era un baluardo dell’oriente (colonizzato dai Portoghesi, ma pur sempre in Oriente) conquistato dai figli dei fiori, dove le sostanze avevano un significato “altro”. Nel frattempo, dei giapponesi sfrecciano su scooter malandati: il loro cervello è completamente in banana… direi decisamente tanto. Il giapponese si fa prendere la mano, lo vedo. Lo vediamo tutti. C’è un po’ di vuoto e di stupore nei suoi occhi. 

E’ come mettere in uno shaker passato e presente, poi scuoterlo bene, e finalmente mettere il tutto nel bicchiere. Adesso: che colore ha questa bevanda? Vira sicuramente dal rosso acceso all’arancio. Nessun dubbio. 

Festa on the beach. Una signora indiana con una sari rosa acceso, sulla sessantina, vende piccole statuine di Ganesha augurando ai partecipanti: For a good party! La luna è piena, il vento meraviglioso, i sensi chiaramente alterati e la visione è  chiara. Ci sono anche bambini che ballano con coroncine di fiori …tracce di quel qualcosa vengono raccolte…  forse qui sento quel passato… sì, lo sento. Eccolo. 

Mandrem è la natura essenziale che si spalanca improvvisamente lasciando alle spalle un concentrato di cose. Forse troppe, per me. Il bianco della sabbia fine al posto del rosso intenso e degli scogli bruni. Impossibile non correre. Gli uccelletti saltellanti sono una miriade.  “Come to look my shop!”, “Come to look my shop!”.  Eccole. Ragazzine bellissime che snocciolano le stesse frasi agli occidentali tutto il giorno. Per vendere un vestito, un bracciale. Fra loro Gita, che ha quattro cavigliere, una ventina di bracciali tintinnanti, trecce nerissime e un sari che porta come jeans e maglietta. Ha 17 anni ed è una venditrice nata. Sai che c'è? Un feni, il tramonto di Anjuna e un po' di tola.

Nessun commento:

Posta un commento